Nazionale

Il ricordo di Giulio Bizzaglia

Caro Gianmario,
sono già trascorsi dieci anni da quando te ne sei andato, apparentemente senza aver esaurito il compito di riuscire a dare dignità piena e giusta rappresentanza allo sportpertutti. Apparentemente, perché se è vero che in quanto a rappresentazione siamo assai lontani dall'obiettivo, è ancor più vero che la cultura del movimento gioioso, non dettato, libero, ha camminato ed ha percorso strade le più diverse. Certo, ci sono ancora feudi e castelli e Signori che non avvertono il nuovo, che non sanno sentire che "the times they are a changin'", ma manca poco, ci sono segnali importanti. La bocciatura di Roma olimpica è solo l'ultimo, forse il più importante. La loro credibilità è ridotta al lumicino. Intanto lo sport dei cittadini cresce, si dilata conquistando nuovi spazi, stringendo alleanze con l'ambiente, con la città, con i nuovi bisogni. Si costituisce come desiderio legittimo e come diritto di cittadinanza.
I semi da te piantati, Gianmario, hanno attecchito in diversi terreni. Fine del primo tempo, hai scritto, come pure hai scritto del rischio che i giochi finiscano. A partire dal tuo lavoro, sulla scorta delle tue analisi, assumendo le tue visioni, continueremo testardamente ad affermare che quest'altra idea di sport è altrettanto bella, e che questa bellezza salverà lo sport, ci salverà.
Ricordo quando dicevi, scherzando: "Con Missaglia e con Bizzaglia... mai si sbaglia", facendomi complimento enorme. Lo ricordo, e ti ricordo com'eri, col sorriso del Giusto.

Giulio